Wine Digital Marketing

  • Marco Andreani
  • Perché WDM
  • Categorie
    • digital marketing
    • tendenze
    • strumenti
    • wine influencer
    • interviste
    • e-commerce
    • video
  • Podcast
  • Area Corsi
tendenze, wine influencer

In California amano Instagram e gli influencer

Marco

Sonoma Valley

Wine Institute è un’associazione con base a San Francisco, che supporta circa 1000 aziende vinicole californiane su questioni legislative, normative, di marketing, di pubbliche relazione, di comunicazione e di ricerca.

Wine Institute (che come molte realtà statunitensi ha un sito web orrendo; ma a questo paradosso comunicativo dedicherò prima o poi un post) ai primi di maggio ha ospitato MarCom 2018, un workshop che ha presentato alle cantine associate i principali trend per quanto riguarda il marketing digitale, i contenuti web e il mondo degli influencers.

Ne sono usciti alcuni spunti interessanti, che ci aiutano a comprendere sempre meglio come si muovono realtà vinicole più “giovani” di noi, in territori enoici decisamente meno storici dei nostri, che sopperiscono alla minore presenza di tipicità e di tradizioni con una spiccata, e forse innata, predisposizione comunicativa.

Di cosa si è discusso

Tra i relatori erano presenti giornalisti e comunicatori del settore vino, come ad esempio Elaine Chukan Brown di JancisRobinson.com (rivista online di Jancis Robinson, che è stata definita “la più rispettata critica e giornalista del mondo del vino”) e Monique Soltani di Wine Oh TV (altro importante e influente media online statunitense).

Nancy Light, vice presidente di Wine Institute Communications, ha sottolineato come:

“Il panorama del marketing per le aziende del vino sta cambiando rapidamente grazie al crescente utilizzo dei social media e al passaggio a nuove tecnologie e piattaforme digitali per le comunicazioni vinicole tradizionali” – Nancy Light

Al di là di questa lapalissiana considerazione, un aspetto in particolare ha attirato la mia attenzione. L’accento è stato posto su alcuni strumenti e ambienti ben precisi, Instagram con le sue Stories e Facebook con le live, sottolineando soprattutto l’evidente maggior coinvolgimento del pubblico in relazione a queste specifiche modalità di presentazione e diffusione dei contenuti.

Soprattutto in relazione al tema delle dirette live da Social Network, una similitudine che ho trovato particolarmente azzeccata è stata quella di Mike Ganino di Tableside Digital Magazine, che ha affermato che i social media sono simili ai reality show in tv, perché le persona bramano e amano le storie vere.

Ora non importa se la maggior parte delle storie narrate e presentate nei reality show televisivi sono quanto di più lontano da un concetto di verità, perché orchestrate, manipolate e filtrate in base a logiche di ascolto predefinite. Quello che conta, forse da sempre, è la parvenza di realtà, quell’illusione di essere di fronte a qualcosa che indossa molto bene l’abito dell’autenticità.

Alla luce di questa considerazione filosofica, risulta ancor più evidente come forse oggi i veri reality siano proprio i contenuti digitali (testi, immagini e video) prodotti dalle persone. Con le dirette video che la fanno da padrone in termini di autenticità e spontaneità, perché molto meno controllabili, definibili e lavorabili rispetto a un testo o a un’immagine.

Le live all’interno delle app social rappresentano la naturale evoluzione digitale di quell’ancestrale desiderio vojeristico di osservare la vita degli altri, soprattutto quando calata in un ambiente per noi interessante e in una realtà a noi affine.

Instagram e Influencer Marketing

In California parlano dunque di Instagram, di video in diretta , di Stories, di come sia teoricamente, e in parte praticamente, semplice (concettualmente e contenutisticamente) produrre contenuti utili e interessanti, grazie anche solo a uno smartphone, un soggetto e delle idee.

Juliana Colangelo di Colangelo & Partners, agenzia di comunicazione di San Francisco specializzata in Food e Wine, sostiene che Instagram sia attualmente la piattaforma migliore per ottenere la partecipazione delle persone, mentre Shanika Hillocks (sempre Colangelo & Partners) introduce il tema dell’Influencer Marketing, ovvero della possibilità di coinvolgere individui appartenenti al mondo del vino e molto seguiti nei social media, per proporgli strategie di comunicazione in grado di aumentare la conoscenza o la reputazione di una vino o di un’azienda vinicola per mezzo di contenuti, strumenti e ambienti digitali.

L’Influencer Marketing, di cui ho anche io parlato più volte in questo blog, è un tema che ancora fa monto discutere e sul quale spesso insiste lo scetticismo della maggior parte dei non addetti ai lavori.

La questione è spinosa e cerco di riassumere il mio punto di vista, generale e in relazione al mondo vino, su questi benedetti influencer:

Mentre negli Stati Uniti chiamano le cose con il loro nome, noi qui poveri santi, poeti e navigatori, arroccati sulla nostra spesso sterile difesa della lingua italiana, ci indignamo per l’inglesismo, per l’accezione negativa del concetto di “influenza”, fino ad arrivare a disprezzare un’intera categoria di persone (blogger, giornalisti, etc) che comprende sia chi millanta competenze, acquista followers e condivide foto non sue (i più devo ammettere), sia chi invece influencer lo è diventato suo malgrado, costruendosi negli anni una solida base di competenze, reputazione e meritato seguito.

Benissimo, se l’etichetta oltreoceanica infastidisce, non chiamiamoli influencer, chiamiamole “persone con un nutrito numero di followers”.

In relazione alla categoria direi che una prima domanda da porsi è la seguente: è tanto difficile distinguere gli influencer veri da quelli fasulli? Sì se non sei molto ferrato sul tema, assolutamente no se sei un minimo “sgamato”.

Basta un occhio attento e qualche accorgimento per verificare natura e composizione dei followers dell’influencer. Se sono reali o fake, se sono parte di una ristretta cerchia di altri influencer del vino, del cibo o del turismo o vi sono anche persone comuni, se le immagini che condividono solo loro o di altri (prendete una loro immagine sospetta perché troppo patinata e pubblicitaria, caricatela su Google Immagini e scoprirete se è originale o presa da altre fonti), etc.

Uno sguardo attento e critico e un po’ di esperienza potranno aiutarti a comprendere chi è davvero potenzialmente utile per te, per il tuo vino e per la tua azienda, da chi invece produce solo molto rumore per nulla.

Anche in Italia in fenomeno è in espansione. Vinitaly International organizza frequenti eventi, incontri, tavole rotonde con i più giovani rappresentanti della categoria. Molte aziende di casa nostra cercano di coinvolgere influencer in eventi, visite in cantina e progetti digitali nella speranza di trovare un valido veicolo di diffusione del proprio vino e del proprio brand presso il pubblico di riferimento dell’influencer.

E se l’influencer è quello giusto, il progetto digitale è originale e ben organizzato e i canali scelti sono efficaci, la capacità di coinvolgimento e partecipazione di persone interessate (soprattutto giovani) è certamente maggiore rispetto al redazionale di qualche polveroso giornalista pubblicato su una rivista di settore che ha lettori fedeli ma non in crescita o cambiamento.

E bada bene che le mie affermazioni non vogliono essere né una difesa degli influencer né un attacco al giornalismo. Rilevo solo alcuni fatti e evidenze che mi fanno capire che, da una parte gli influencer hanno l’obbligo etico e morale di dimostrare con i fatti le proprie competenze e conoscenze, dall’altra i giornalisti devono essere i primi a scrollarsi di dosso l’aura opaca della comunicazione tradizionale, iniziando davvero a usare la rete per svolgere il proprio mestiere e per riuscire a dialogare con le persone nei loro ambienti, e con strumenti e linguaggi a loro comprensibili.

L’esempio Colangelo & Partners

Colangelo & Partners, come ho già brevemente spiegato, è un’agenzia di comunicazione e pubbliche relazioni californiana, focalizzata su aziende del vino e del mondo food.

L’agenzia aiuta le aziende vinicole californiane, e non solo, progettando strategie di comunicazione e marketing che, ovviamente, possiedono una forte componente digital.

Una delle loro ultime consulenze riguarda proprio un’azione totalmente organica (senza quindi alcun tipo di contenuto sponsorizzato), che ha coinvolto alcuni micro e macro influencer nella produzione di contenuti riguardanti due aziende vinicole della Sonoma Valley, Viansa Sonoma e B.R. Cohn, allo scopo di aumentarne notorietà, reputazione e percezione, agli occhi di potenziali consumatori.

I risultati delle azioni digital sono stati misurati in un incremento delle richieste di visite in cantina, in un considerevole numero di contenuti a tema diffusi dei social, e in un aumento della notorietà delle due aziende grazie anche a due eventi ospitati nelle cantine, che hanno appunto visto la presenza degli influencer.

Ecco che, se il quadro forse non si completa, certamente si chiarisce. Dirette Live e Influencer Marketing sono temi caldi nel mondo della comunicazione e promozione enoica. Sempre più aziende del vino comprendono nelle proprie strategie l’utilizzo di Stories in Instagram o Live sulle app sociali e, seppur ancora timidamente, alcune aziende vinicole (anche di casa nostra) tentano collaborazioni con influencer del vino.

Tutto sta nell’aver chiari obiettivi, contenuti e azioni, nel sapere a chi si desidera parlare e nel pretendere una misurazioni delle azioni che può far davvero comprendere se una strategia è stata efficace oppure no.

FONTI: wineinstitute.org – colangelopr.com


Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.

Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com

facebookShare on Facebook
TwitterTweet
 0 0

Marco

Leave a Reply Cancel Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Previous Post Davide Lazzari, vignaiolo digitale a Capriano del Colle
Next Post 3 donne del vino da seguire

Marco Andreani

Marco Andreani

Consulente di marketing digitale per aziende vinicole.

Sono uno come te, e come te non bevo per dimenticare.

conoscimi un po' di più

Ascolta il Podcast

Scopri i corsi per cantine e vignaiol*

Corsi digital marketing per cantine

Copyright

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale. Le immagini inserite in questo blog sono tratte in parte da Internet; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo alla mail andreamarc79@gmail.com, saranno subito rimosse.

Copyright © 2016-2023 Wine Digital Marketing by Marco Andreani - Privacy Policy