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Davide Lazzari, vignaiolo digitale a Capriano del Colle

Marco

Davide Lazzari

Mi capita spesso di incontrare Davide in occasione di eventi, manifestazioni e degustazioni sul territorio. Non posso dire di conoscerlo bene, ma posso garantire che ogni volta che lo incontro è sorridente e disponibile.

Questo mix di spontaneità, predisposizione personale e consapevolezza dell’ambito digitale, traspare pienamente in ciò che Davide decide di comunicare, in rete e nei canali social, relativamente al suo vino e al suo territorio.

Davide è uno bravo. Bravo a far vino e bravo a comunicarlo, e credo rappresenti un connubio ideale tra l’esigenza di imparare e migliorarsi in vigna e in cantina da una parte, e in rete dall’altra.

Davide che, non me ne voglia, è giovane ma non più giovanissimo, parla un linguaggio semplice e adatto sia a chi si è da poco approcciato al mondo del vino, sia a chi necessita di qualche approfondimento in più su territorio, uve o filosofia produttiva.

Per tutti questo motivi gli ho chiesto di dedicarmi una parte del suo tempo per rispondere ad alcune domande, nella speranza che questa chiacchierata possa essere di qualche utilità o ispirazione a te che fai vino e vuoi comunicarlo al meglio in rete.

Buona lettura e grazie mille a Davide.

Raccontaci brevemente chi sei, che vino produci e in che territorio.

Davide Lazzari, quasi 30enne, nato e cresciuto a Capriano del Colle [provincia di Brescia].

Arrivo da una famiglia di agricoltori e con tutti loro (mio padre, mio zio, mio nonno e mio fratello) ci occupiamo dei nostri (oggi quasi) 10 ettari di vigna, in gestione Biologica, sul Monte Netto: un altopiano a 10 km da Brescia, a 130 mslm, composto completamente da argilla rossa che delimita la nostra DOC Capriano del Colle.

Osservandoti e seguendoti, si nota subito che sei molto attivo nei social network. Qual è il canale che preferisci e che ritieni oggi più efficace in relazione ai tuoi obiettivi e al tuo pubblico?

A rischio di sembrare un po’ demodé preferisco ancora Facebook tra i Social Network, nonostante la rapida espansione di altri, primo fra tutti Instagram.

Facebook è ancora la migliore piattaforma per raccontarsi, perché è quella che prevede una partecipazione più attiva dell’utente e quella dove quest’ultimo ritiene più “ambientale” trovare notizie e informazioni.

Instagram da questo punto di vista è eccessivamente legato all’immagine, il che va benissimo per mostrare e trasmettere emozioni, ma manda esclusivamente messaggi emozionali e l’interazione è molto semplificata, con il like da doppio tap, e quindi poco “sentita” dall’utente dal mio punto di vista. Stile Natural Born Clickers per intenderci.

Twitter, all’opposto, è troppo poco emozionale.

Dove e come trovi il tempo per curare i canali social e svolgere il lavoro di vignaiolo?

Lo ritaglio. Non è così impegnativo. Se è qualcosa di programmato (un’immagine elaborata o la descrizione di un evento) ci lavoro la sera, altrimenti per il resto quando mi sento in dovere di condividere qualcosa mi ritaglio 10 minuti.

Profili personali e aziendali su più piattaforme. Fai tutto da solo o anche altri si occupano di una parte dell’attività digital?

Tutto da solo. Alla fine non è un carico eccessivo con le ripubblicazioni automatiche tra Social Network e con lo smartphone a portata di mano.

Andrebbero migliorate alcune funzioni; ad esempio Facebook non ha ancora attivato la pubblicazione con geolocalizzazione linguistica sulla app per smartphone, ma solo tramite PC, e questo crea qualche problema di tempo se si vuole avere il post bilingua.

Quanto di quello che fai in rete e nei social è istintuale e spontaneo, e quanto programmato?

Tanto istintuale, quasi tutto.

Cambia molto per me sentire il bisogno di condividere quell’istante che sto vivendo, e penso che le persone che ci seguono questo lo sentano.

Mi capita di raccogliere immagini e momenti senza pubblicarli subito. Se questi mi rievocano emozioni anche il giorno dopo, rivendendoli, allora li condivido. Quando faccio qualcosa di programmato mi faccio assalire dai dubbi e pubblico raramente (salvo i sopracitati eventi o immagini elaborate).

🇬🇧 It’s happened! They are bronze medal and silver medal! At the International Wine Challenge in London, Riserva degli Angeli won the bronze medal and Fausto won the silver medal with 92 points out of 100! (we still don’t believe it!) Keeping the flag of Capriano del Colle DOC flying!!! 💪💪 —— 🇮🇹 È successo! Sono medaglia di bronzo e medaglia d’argento! All’International Wine Challenge di Londra, Riserva degli Angeli ha vinto la medaglia di bronzo e Fausto la medaglia d’argento con 92 punti su 100! (siamo ancora increduli!) Alta la bandiera del Capriano del Colle DOC!!! 💪💪

Un post condiviso da Lazzari – Capriano Del Colle (@lazzarivini) in data: Mag 19, 2018 at 9:11 PDT

Come altri tuoi colleghi, che possiamo definire “vignaioli digitali”, ti stai affermando, in rete e non solo, come un punto di riferimento per la tua denominazione. Quanta visione, determinazione e costanza servono per raggiungere questi risultati? E quanto pesa la rete in tutto questo?

Più che visione o lungimiranza c’è sopravvivenza.

I Social Network, se approcciati nel modo corretto in termini di contenuti, sono un canale molto più accessibile rispetto a quelli tradizionali per le piccole realtà.

Sicuramente serve determinazione: sognare di poter far conoscere alle persone la nostra terra tramite i nostri occhi, perfetta come la vediamo noi, aiuta a non lasciarsi scoraggiare.

La costanza forse è quella che mi manca di più. Se pubblicassi e condividessi esperienze più spesso sicuramente i risultati sarebbero migliori, ma mi capita di passare parecchi giorni (a volte anche settimane) senza pubblicazioni.

Ovviamente per questo genere di realtà (i tanti piccoli vignaioli) la rete pesa tantissimo. La comunità generata dagli utenti è spesso carburante per il vignaiolo, sia per incoraggiarsi, sia per far partecipare gli utenti alla vita del proprio prodotto senza che questi incontrino direttamente il produttore.

So che non possiedi il dono dell’ubiquità. Nonostante questo, seguendo soprattutto la tua attività nelle Stories di Instagram, sembra tu riesca a essere ovunque. Quanto sono importanti oggi, per chi come te il vino lo fa e lo vende, le pubbliche relazioni, la presenza sul territorio, e la condivisione digitale di tutta questa vita reale?

Le pubbliche relazioni servono soprattutto per parlare e far parlare del territorio.

A chi non conosce il territorio di produzione interessa poco della cantina in sé. Le Instagram Stories da questo punto di vista mi danno la possibilità di trasmettere la mia emozione di essere in certi luoghi in rappresentanza del mio territorio, senza dover imbastire un post nella sua completezza.

La speranza in questo caso è che, mostrando i posizionamenti e le attività fuori dai confini di vigna e cantina, le persone vedano il Capriano del Colle DOC come una denominazione che viene sempre più apprezzata in ambienti diversi.

E ora la domanda scomoda. I social aiutano a vendere vino?

Ci sono libri e libri sul calcolo del ROI nei Social Media e per una piccola azienda è quasi impossibile interlacciare tutta una serie di dati per capire il nesso diretto investimento in Social Media -> Vendite. Se resta quindi dubbia la presenza di un diretto e correlato aumento delle vendite, sicuramente i benefici in termini di valore e conoscenza del marchio ve ne sono.

Esattamente come qualsiasi altro mezzo pubblicitario i Social Media aumentano questi indici, ma senza un’adeguatamente organizzata strategia commerciale a cui affiancarli, di risultati difficilmente se ne vedranno.

Chiudo con una domanda personalmente legata alla mission di questo blog.

In quanto vignaiolo interessato al mondo digital e alle sue dinamiche, quali temi o argomenti ti piacerebbe approfondire?

Sarebbe estremamente interessante capire sempre più il funzionamento di determinati strumenti, non solo a livello di Social Network, ma anche di Web, quali nuovi strumenti nascono e che vantaggi portano. Restare aggiornati su come cambiano gli interessi delle persone in un ambiente così dinamico. Casi studio ed esempi di realtà che sono riusciti a districarsi nel mondo digitale, con quale strategia e quali strumenti.

Dove trovi Davide

A seguire i principali canali digitali di Davide. Il mio personale consiglio è di seguirlo con attenzione

Sito web Lazzari

Facebook aziendale @lazzarivini

Facebook personale @lazzari.davide

Instagram aziendale @lazzarivini

Instagram personale @dav.lazzari

Twitter @lazzarivini

Se tutto ciò non fosse sufficiente, Davide oggi è anche presidente di Giovani Impresa Brescia, gruppo integrante di Coldiretti Brescia, e Ambasciatore lombardo del vino nel mondo.

Se questa intervista ti è piaciuta, ti ha ispirato o ti è stata d’aiuto per comprendere le opportunità che la rete offre a chi le sa cogliere, non dimenticarti di condividere il post.

Da parte mia ringrazio nuovamente Davide e mi riprometto di seguire i suoi consigli in termini di contenuti, cercando di produrre prossimamente qualche post orientato a strumenti e casi di studio che possano essere realmente utili.


Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.

Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com

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Marco

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Marco Andreani

Marco Andreani

Consulente di marketing digitale per aziende vinicole.

Sono uno come te, e come te non bevo per dimenticare.

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