Introdurre Max non è semplice. Uomo di vino e di digitale. Diviso tra il suo mestiere di e-commerce specialist e il suo amore per il vino, ha percorso sino ad ora una strada che lo ha portato a essere un interlocutore ideale in fatto di enoteche online.
Gli ho proposto dunque una chiacchierata virtuale che puoi leggere, concretizzata come concrete sanno essere le parole, qui sotto.
Spero possa essere una lettura piacevole e utile per chi si interessa di e-commerce del vino, per le cantine che vedono nel commercio elettronico un futuro possibile, per chi immagina di aprire la propria enoteca online. E spero di rivedere presto Max, per quattro chiacchiere dal vivo e una bottiglia di vino, magari con le nostre famiglie.
Raccontaci brevemente chi sei e che mestiere fai
Il mio lavoro principale è curare la UX (user experience) di eprice.it, il primo e-commerce italiano, quotato alla Borsa di Milano. Mentre il tempo libero lo dedico alla famiglia, e nella famiglia inserisco anche il vino, ormai uno di famiglia.
Negli scorsi anni ho anche fatto il salto dall’altra parte del bancone, aprendo con alcuni amici l’enoteca La Cieca a Milano, premiato al primo anno come locale innovativo da parte del Gambero Rosso.
In quali tempi e modi hai avuto modo di intrecciare il tuo percorso personale e professionale con il mondo del vino?
Praticamente dal 1998, ovvero agli albori di internet seguendo uno dei primi casi di ecommerce vino in Italia, i vini Torresella del Gruppo Santa Margherita.
Facendo poi il consulente per Guido Berlucchi per parecchi anni (nei primi anni 2000 siamo stati i primi a fare la diretta web dallo stand del Vinitaly), proseguendo con il sito di Masseto, del Gruppo Ornellaia, e in tempi più recenti con il canale Vini & Sapori di SaldiPrivati che era specializzato nella vendita di vini.
Come vedi in generale l’ambito e-commerce in Italia? Siamo finalmente pronti per acquistare regolarmente prodotti online?
Sicuramente abbiamo avuto un’accelerazione nell’abitudine delle persone a fare acquisti online.
Purtroppo il fatto di essere un paese con una bassa natalità da ormai più di un ventennio non permette di avere quell’accelerazione da parte delle giovani generazioni che invece è uno degli elementi più forti in aree come il sud-est asiatico o l’America latina.
Sugli e-commerce che gestisci quali sono le categorie di prodotto che riscuotono maggior successo?
Essendo il nostro principale concorrente un “piccolo” sito che si chiama Amazon, abbiamo cercato di posizionarci in modo differenziante, specializzandoci prima di tutto nei piccoli e grandi elettrodomestici, offrendo una serie di servizi che Amazon non dà (consegna e installazione direttamente a casa del Cliente, ritiro presso i nostri Pick&Pay, servizi professionali di assistenza).
Arrivando all’ambito del vino, il consumatore italiano è pronto ad affidarsi anche al canale di vendita online per acquistare le proprie etichette?
Sicuramente. La ricchezza di etichette del nostro paese impedisce a qualsiasi enoteca fisica di avere in magazzino anche solo una piccola parte di tutta la produzione. L’online permette di ampliare l’assortimento ed il reperimento.
Se cerco un Barolo molto particolare diventa più facile e veloce cercare online in enoteche specializzate su quel territorio che girare per tutte le enoteche della mia città o organizzare un giro in Langa (anche se questo rimane molto più gratificante di qualsiasi ricerca online).
Pensi che gli e-commerce del vino siano utili per scoprire nuovi vini o funzionino meglio sul riacquisto di etichette già conosciute?
Direi entrambi, ma per fare il talent scout devi prima di tutto crearti una reputazione ed essere capace di comunicare nel modo giusto.
Ogni tanto ho l’impressione che certi e-commerce assomiglino molto ai distributori 24oresu24 che si vedono in giro per le città. Avranno l’assortimento, magari anche un prezzo giusto, ma è tutto troppo freddo.
Magari ci acquisto l’etichetta conosciuta, ma non ho nessun motivo per essere invogliato a provare qualcosa di nuovo.
Anche rispetto al mercato estero, quali e-commerce del vino italiani reputi di valore e in grado di offrire agli appassionati una buona selezione unita a un’esperienza d’acquisto soddisfacente?
Sono cliente di diverse enoteche online e scelgo Tannico ed Xtrawine per la varietà, Doyouwine per la capacità di trovare etichette di piccoli produttori e di grande soddisfazione, Galli perché amo il Verdicchio e se sei un’enoteca locale che riesce ad avere vecchie annate e un buon servizio, puoi diventare un riferimento per quella tipologia.
Quali ritieni siano le caratteristiche immancabili in un e-commerce del vino e cosa pensi manchi agli e-commerce del vino italiani?
Un e-commerce non è diverso da un negozio fisico. Come ti preoccuperesti della visibilità del tuo negozio, della sua vetrina, delle risposte che il personale darebbe alle persone che entrano, così dovresti fare online.
Invece molte volte vince hai siti bellissimi, ma poi poche etichette, oppure grandi selezione e catalogo, ma la scheda prodotto è ridottissima e magari non indica neanche che annata sia.
C’è ancora spazio per nuovi attori? O gli e-commerce maggiormente consolidati hanno piantato una bandiera inamovibile?
Sicuramente c’è ancora spazio, pensiamo alla GDO con la sua forza economica, o ai distributori di qualità che sanno tutto delle loro etichette e hanno contenuti che gli altri e-commerce si sognano.
In molti sostengono che il futuro, anche per le cantine più piccole, sia rappresentato da piccoli e-commerce proprietari. Come vedi questa ipotesi? Pensi sia realizzabile o credi che rappresenti un modello ancora troppo debole e acerbo?
Torniamo all’esempio fisico. Costruisco una bellissima boutique ma la localizzo in una via sconosciuta dove non passa nessuno. Se sono in grado di attrarre persone in quelle via il negozio funziona, se no, visto che non ho grandi investimenti alle spalle mi conviene girare i mercati (che online sono i vari ebay ed i marketplace come Amazon o ePRICE) o trovare l’e-commerce terzo con cui mi trovo maggiormente in sintonia.
Gli e-commerce possono rivelarsi ambienti interessanti anche per i piccoli vignaioli?
Se sono piccolo meglio gestire il tutto con il rapporto umano, un’email, una chat, un numero di cellulare. Se poi l’attività prende piede posso organizzare un piccolo e-commerce. ma valgono sempre le regole della risposta precedente.
Quali sono i tuoi progetti futuri in ambito vino, se ce ne sono e se puoi raccontarceli.
Il mio lavoro non mi lascia grandissimo tempo per nuovi progetti, ma con alcuni amici stiamo vedendo che soprattutto nell’ambito “Turismo del vino” si potrebbero fare cose molto interessanti.
E poi una volta aperta un’enoteca, la voglia di tornare dietro il bancone è sempre alta 😀
Dove trovi Max
Una volta avresti potuto andarlo a trovare a La Cieca a Milano. Per ora dovrai accontentarti di seguirlo in Instagram, come @maxavvinare o in Twitter, sempre come @maxavvinare.
Ha inoltre fondato e gestisce il sito enotecheamilano.it e il blog connesso Avvinare.
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