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Sulla scrittura in Instagram

Marco

Mani che battono sulla tastiera di un pc

Instagram è ancora il social network più discusso, e forse uno dei pochi ancora interessanti lato business.

Utilizzarlo è facile. Utilizzarlo il maniera intelligente un po’ meno. Utilizzarlo in maniera intelligente ed efficace (in termini reputazionali e di marketing) molto più difficile.

Instagram è uno dei canali che è mutato e si è evoluto più frequentemente e più rapidamente. Facebook, Pinterest, Snapchat, Twitter, LinkedIn, YouTube hanno subito molte meno evoluzioni negli ultimi anni.

L’impressione è che Instagram abbia per molto tempo cercato una propria identità, anche scopiazzando identità altrui. E nessuno ci garantisce che sia finita qui. Novità riguardanti post, stories, IGTV, aggiornamenti dell’algoritmo, modifiche nelle policy, sono quasi all’ordine del giorno.

Instagram è stato anche, ed è ancora oggi, uno dei canali maggiormente infestati da spam, profili fake e bot.

Chi da sempre offre consigli spiccioli e formulette di successo, negli anni, si è soffermato più volte, e in forme diverse, su questioni tanto semplici quanto irrilevanti, come ad esempio i migliori momenti per postare, i migliori hashtag da utilizzare, e quanto lungo deve essere il testo descrittivo di accompagnamento all’immagine (la famosa caption).

Ora. Sappiamo che una lunghezza giusta in assoluto per i testi in Instagram non esiste. Sappiamo che esiste una lunghezza giusta in rapporto alla natura del post, all’identità del brand che lo propone, e alla tipologia di pubblico a cui è indirizzato.

Sappiamo però che esistono anche delle tendenze che è giusto seguire e osservare. Una di questa ci dice che, da qualche tempo in verità, in Instagram si scrive (e quindi si legge, o viceversa) di più.

E se è pur vero che un’immagine vale più di mille parole, è anche vero che le giuste parole possono aiutare a:

  • informare
  • interessare
  • raccontare una storia
  • creare valore
  • coinvolgere
  • convertire
  • costruire una relazione

Negli ultimi anni, quando la tipologia di post lo permetteva, celebrità e brand internazionali hanno provato a cimentarsi con lunghe e approfondite caption. I risultati sono stati spesso molto interessanti in termini di partecipazione e riscontro da parte della propria audience.

Ecco quanto è cresciuta la lunghezza media delle didascaline in Instagram dal 2016 ad oggi (in numero di caratteri):

Anche il tasso di coinvolgimento dei post degli influencer è aumentato con l’aumentare della lunghezza testuale delle caption passando, nel 2019, da uno scarso 5% per post con lunghezza tra gli 0 e i 100 caratteri, a un quasi 6% per post con lunghezza media di circa 1000 caratteri.

Ricordo che il limite imposto dalla piattaforma è di 2200 caratteri per post.

Cosa significa tutto questo?

Più testo significa maggiori opportunità di narrazione. Significa anche maggior coinvolgimento e quindi maggiori possibilità che il post compaia nella sezione Esplora e migliore visibilità del contenuto nel feed dei tuoi follower.

Guardando Instagram da questo punto di vista, non posso non riconoscervi la migliore rappresentazione contemporanea del concetto di blog, micro blog se preferisci. Lato esperienziale, rimane la cosa più vicina a un diario online che esista oggi nel panorama social.

In Instagram, scrivere, pratica dimenticata tanto quanto quella del leggere, sembra di nuovo possibile. Direi che è il caso di approfittarne.

E il vino?

Calandoci sulla realtà rappresentata dal nostro amato vino, in termini di lunghezza dei post in Instagram ho notato quanto segue (e smentiscimi se hai una percezione differente).

Wine blogger, wine influencer, comunicatori, sommelier e giornalisti scrivono molto perché hanno effettivamente più cose da dire (e di più varia natura rispetto a un’azienda del vino), e perché sanno che più scrivono più le possibilità di partecipazione aumentano.

Le aziende, diversamente, sono più propense a creare contenuti brevi, informativi, spesso didascalici, a volte vagamente poetici anche nella brevità del tutto.

Questo va a discapito di una possibile narrazione. Una narrazione che rimane spesso segregata tra le pur suggestive mura della cantina ma che non approda degnamente e diffusamente sui canali di comunicazione aziendali.

Perché lo fanno allora?

Un po’ per pigrizia, un po’ per timore, un po’ per conservativismo e un po’ per mancanza di una chiara idea di cosa dovrebbe fare e a chi dovrebbe rivolgersi uno specifico contenuto. In altre parole, mancanza di visione strategica.

Ecco l’ennesima occasione persa. Un’occasione che invito a cogliere anche solo in ottica sperimentativa. Azzarda alcuni post testuali più lunghi e osserva cosa accade.

Avere un limite di caratteri imposto dalla piattaforma aiuta anche una certa organizzazione di pensiero, ed educa a una sintesi spesso necessaria.

Al di là del testo, un uso intelligente, accorto e responsabile dei giusti hashtag può aiutare ulteriormente a migliorare la visibilità di post e profilo e a coinvolgere maggiormente il proprio pubblico.

Un post con almeno un hashtag ottiene in media il 12,6% di coinvolgimento in più rispetto a un post senza hashtag.

Il consiglio, come sempre, è quello di testare diversi ma sempre pertinenti hashtag sotto i propri post e nelle stories.

Anche qui valgono le regole della pertinenza, della rilevanza e della nicchia.

Non otterrai grandi risultati utilizzando l’hashtag #love sotto ogni foto che posti. Molto meglio utilizzare solo gli hashtag utili a identificare, descrivere e tematizzare il contenuto del post.

Conclusioni (per punti)

  • quest’anno sperimenta post più lunghi
  • organizzali bene, separali in paragrafi, utilizza emoticon all’occorrenza ma senza esagerare
  • cerca di raccontare una storia
  • trascrivi e organizza le tradizioni o gli aneddoti legati alla tua azienda in brevi ma suggestivi racconti
  • cerca un dialogo con chi ti legge
  • osserva l’andamento dei post e confrontali con altri con testi più brevi, così da identificare la strada migliore per te
  • utilizza gli hashtag più corretti e solo quelli necessari

E fammi sapere cosa ne pensi, ed eventualmente, come sono andati i tuoi esperimenti.

Fonti: later.com/blog/instagram-caption-length – later.com/blog/ultimate-guide-to-using-instagram-hashtags


Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.

Nel caso in cui necessitassi di ulteriori approfondimenti o desiderassi contattarmi per una consulenza, puoi farlo tramite la chat Messenger o scrivendo a andreamarc79@gmail.com

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Marco

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Marco Andreani

Consulente di marketing digitale per aziende vinicole.

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