Ho chiesto a Michela se aveva voglia di scambiare quattro chiacchiere sui temi del vino e del digitale, e soprattutto sul fenomeno degli wine influencer.
Seguo da tempo l’azienda Villa Crespia, con un occhio particolarmente attento alle dinamiche comunicative, perché le riconosco la predisposizione, la volontà e la costanza di accompagnare l’imprescindibile processo produttivo a quello orientato al marketing.
Michela segue personalmente molta della comunicazione dell’azienda sui social network, e anche se stiamo parlando di una realtà relativamente piccola, si avverte con forza la volontà di presidiare i canali digitali, di raccontare storie e di dare valore ai propri contenuti.
Dato che ultimamente ho avuto modo di osservare alcune sue iniziative che hanno visto la partecipazione di alcuni wine influencer, ho pensato che sarebbe stato interessante farci raccontare un po’ della sua esperienza.
Grazie dunque a Michela per il tempo speso e per la disponibilità, e a voi buona lettura.
Raccontaci brevemente chi sei, di cosa ti occupi, che vino produce la tua azienda e in quale territorio?
Mi chiamo Michela Muratori e seguo la comunicazione per le due cantine di proprietà della mia famiglia: Villa Crespia in Franciacorta e Rubbia al Colle a Suvereto in Toscana.
La nostra storia nel mondo del vino inizia nel 1999 e da sempre portiamo avanti la scelta di produrre il vino che meglio possa raccontare il territorio delle due zone dove abbiamo le nostre Tenute.
Possediamo 55 ettari vitati a Chardonnay e Pinot nero in Franciacorta dove produciamo esclusivamente Franciacorta appunto, niente vini tranquilli bianchi o rossi. In Toscana abbiamo vigneti con uve a bacca rossa: Sangiovese, Ciliegiolo, Cabernet Sauvignon e franc, Merlot, Petit verdot e Syrah, destinati alla produzione di vini rossi.
Di origine siamo franciacortini ed è qui che viviamo, infatti Villa Crespia rappresenta la nostra maggiore realtà su cui è concentrata quasi il totale dell’attività di comunicazione che facciamo.
Seguendo Villa Crespia sui social si nota immediatamente che siete molto attivi su differenti piattaforme. Quale reputi sia il canale migliore per la comunicazione digitale del tuo vino oggi?
Social media oggi vuol dire: Instagram e Facebook.
Difficile dire quale dei due sia il canale migliore per comunicare il vino oggi, risponderei “alla Marzullo”: la piattaforma che si riesce a seguire meglio è quella che può dare più risultati.
Parliamo di wine influencer, tema ancora acerbo ma già molto vivo. Ho visto che, nell’ultimo anno, avete attivato diverse collaborazioni con alcuni influencer, puoi raccontarci in cosa consistevano queste esperienze? Cosa avete fatto?
Ho scelto di investire sugli wine influencer perché li reputo ragazzi che anzitutto hanno una grandissima passione per il vino ed insieme sono brillanti, concreti e sempre curiosissimi ed attenti.
Rappresentano un po’ l’idea di bere il vino come la interpreto io, l’idea da cui è nato il nostro Millè: un Franciacorta Millesimato Brut che si presenta in una bottiglia ricoperta di uno sleever azzurro.
Il vino deve far star bene e divertire chi lo beve, il vino non deve intimorire o allontanare giovani curiosi, perché è alla portata di tutti coloro che hanno voglia di capire cosa vuol dire un vino buono e che racconta un territorio e un’azienda.
Il progetto con gli wineinfluencer riguardava il nuovo millesimo 2010 che abbiamo presentato lo scorso Vinitaly, celebrando il quarto compleanno di Millè.
A 10 influencer abbiamo mandato, in anteprima rispetto a Vinitaly, una bottiglia di Millè che ciascuno di loro ha degustato e poi postato su instagram con stories, foto e commenti.
Per me è stata davvero una bella soddisfazione, perché Millè è piaciuto a tutti gli wineinfluencer del progetto, per il suo contenuto e anche molto per il messaggio che porta con sé. Millè è una bottiglia che rompe gli schemi classici in questo “tanto impolverato” mondo del vino.
Il valore di un influencer, oltre alla bontà e alla pertinenza dei contenuti che sa produrre, risiede principalmente nella qualità del proprio seguito, dei propri followers. Come discrimini chi è realmente valido da chi gode di un seguito dopato e quindi di scarso valore? E come scegli gli influencer che ritieni più adatti alla tua specifica realtà vinicola?
Quattro anni fa, l’anno in cui è nato Millè, ancora non si parlava di wine influencer e Instagram non era quello che è ora: l’applicazione più utilizzata sul nostro smartphone… più ancora di WhatsApp!
Da allora ho inizia a seguire questi ragazzi bravi su Instagram, @winerylovers e @cantinasocial in particolare. Insieme a loro e altri del gruppo ho deciso di condividere il momento dell’uscita della nuova annata di Millè.
Lo scorso giugno abbiamo organizzato una verticale di Millè 2010, 2009, 2008, 2007 e della Riserva 2004 a cui ho invitato i nostri 12 clienti Millè Ambassador, insieme ad amici giornalisti e sommelier ed anche alcuni degli wine influencer che avevano partecipato al progetto Millè 2010 che hanno avuto il piacere di esserci.
Come nasce e come si sviluppa la parte progettuale della collaborazione con un influencer del vino? Vi confrontate sugli obiettivi desiderati, concordate insieme cosa fare oppure è l’influencer a proporre un proprio format, una propria visione?
Più ci penso più mi rendo conto che il mio modo di agire funziona perché sono estremamente libera di decidere e scegliere tra le varie collaborazioni che dal 2007 (quando ho iniziato a lavorare nelle cantine di famiglia) ho deciso di attivare.
Non tutte le relazioni che ho deciso di attivare hanno portato buoni frutti, ma altre hanno portato bellissimi risultati.
A scriverlo pare strano, ma decido se “investire” in una persona/realtà che possa portare valore comunicativo alla nostra azienda solo se a pelle mi piace e credo possa esserci l’opportunità di collaborare in maniera semplice e diretta.
Nel mio caso avviene con molta semplicità e naturalezza, sicuramente per aziende di maggiori dimensioni e con budget più importanti le cose funzionano in maniera molto più ragionata e progettuale.
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Che ritorni avete avuto dalle azioni di influencer marketing, e come li avete monitorati e misurati?
Valutiamo i risultati positivi di questa attività dal fatto che le vendite del nostro Millè sono in crescita costante e si tratta di un vino di cui riceviamo sempre tante richieste e sempre più persone lo conoscono.
L’attività con gli influencer su Instagram per noi si affianca a costanti campagne Facebook ADV con video di pochi secondi su Millè.
Pensi che gli wine influencer siano meteore o siano qui per restare (magari anche a seguito di una necessaria e migliore definizione e validazione del fenomeno)?
Penso che Instagram sia semplicemente il canale che funziona meglio oggi come passaparola, il valore del passaparola dal basso è sempre stato di fondamentale importanza.
Semplicemente chi meglio sa comunicare su Instagram riesce a raggiungere più persone, quanto durerà questo canale non saprei, di certo può solo che fare bene al vino perché privilegia i giovani ed è a loro che il vino deve orientarsi!
Hai in cantiere altre collaborazioni con wine influencer?
Per ora tento di godermi l’ultimo mese di maternità, anche se faccio davvero molta fatica eheh!
Dove trovi Michela
A seguire i principali canali digitali di Michela e della sua azienda.
Facebook aziendale @villacrespia
Instagram aziendale @villacrespiafranciacorta
Instagram personale @michelamuratori
Questo post contiene alcune informazioni che spero possano esserti d’aiuto concreto. Se vorrai condividerlo ne sarò felice.
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